"RAI" PER IL SOCIALE

Manifesti che incitano alla ribellione contro il parroco...sottoscrizioni che chiedono di guardare nelle tasche dei santi....e ancora prima carri allegorici che deridono le attività del parroco locale...ma dove è finito il rispetto per le istituzioni?se i nostri pensieri, le nostre energie, i nostri sforzi... si concentrassero solo su attività volte a costruire, e a migliorare la nostra vita. Se ci dedicassimo un poco di più al sociale, al vero sociale, quello che si premette di assicurare una miglior vita a chi sta peggio di noi. Se imparassimo a giudicare solo quando conosciamo davvero tenendo il nostro giudizio sempre aperto al beneficio del dubbio che ci stiamo sbagliando.....Invece, forse per il caldo di un'estate molto torrida, stiamo proprio sclerando. Se è vero che il miglior disprezzo è la non curanza, io non sopporto più questa situazione, ma in generale non sopporto chi, avendo tante energie e tempo a disposizione, lo dedica a così futili argomenti, quando invece la nostra realtà richiede ben altro. c'è bisogno di esempi come quello della sagra di Ascea, o di Stampella, episodi in cui tanta gente cede il proprio tempo e le proprie capacità solo per un fine sociale, ci sarebbe bisogno di far nascere momenti di aggregazione tra i giovani, in particolare d'inverno.la mia memoria va al presepe vivente, alle vie Crucis, Andar per Frantoi, Festa della musica, carnevali vari, momenti in cui mai con guadagno ma piuttosto rimettendoci, si rendeva vivo lo stare in questo paese. Allora perchè consumare le nostre energie e il nostro tempo per fare una sottoscrizione insolente che chieda al nostro capo quanti soldi ha in tasca?

BISOGNA COSTRUIRE E BISOGNA FARLO PER I NOSTRI FIGLI!!!

a proposito questo è francesco... il mio

Il rottamaio

Tempo fa ho portato la mia macchina a rottamare, ancora andava!
A pensare che dal rottamaio c'è arrivata con le sue ruote e sinceramente mi è sembrato di tradirla nel momento in cui l'ho lasciata li tutta sola. Era un'alfa romeo 164 diventata inaffidabile per i lunghi viaggi e che dovevo necessariamente dare al rottamaio per avere in cambio una carta che mi faceva passare l'assicurazione sulla nuova.

Sono stato davvero triste per un poco ed ora quando ci penso ancora la ricordo con nostalgia.

Ieri sono passato in Piazza ad Ascea Paese ed ho avuto la stessa sensazione di malinconia nel vedere che un grosso escavatore stava su un cumulo di macerie: quello che rimaneva della mia vecchia scuola elementare.

Mi sono tornate all’orecchio le voci chiassose di noi bambini quando durante la ricreazione giocavamo a dare calci al cassino (che sembrava un disco di hokey) e a squadre nell’atrio facevamo delle sudatissime partite. Ho sentito il profumo dei cipressi, quelli che erano piantati nella vecchia “palestra “ dietro all’edificio, prima che ci facessero i parcheggi, e chiudendo gli occhi ho rivisto la mia maestra, severa e austera ma dolce come una mamma. Troppa malinconia, ho fatto delle foto, e come per la mia 164 ho lasciato il rottamaio. Per riprendermi sono andato a vedere il posto dove sorgerà la nuova scuola elementare a Pellecara, in verità un po’ decentrato, dopo uno scavo durato settimane, ora si vedono già i primi pilastri.

Una riflessione: per vivere bene oggi dobbiamo essere abituati ad andare dal rottamaio e reinvestire i nostri averi al solo scopo di migliorare il tenore di vita. Anche se funziona, presi dalla consuetudine, ci abituiamo a rottamare,e forse un giorno non saremo più malinconici, l’economia gira e noi staremo leggeri col portafoglio e accomodati. La cosa grave è che ora questo discorso comincia a farsi anche per le persone e non solo per le cose.

Attivato un blog su Ascea

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